La necessità è sempre la stessa: mettere le cose in chiaro. Nonché fare in modo di costruire, passo dopo passo, quella “narrazione convincente” del DNA green dell’industria conciaria italiana citata dal presidente UNIC – Concerie Italiane, Fabrizio Nuti, nella relazione dell’ultima Assemblea Annuale. Per farlo, UNIC è stata ieri tra i relatori della Phygital Sustainability Expo. L’evento si chiude oggi ai Fori Imperiali di Roma e si presenta come “l’unico in Italia dedicato alla transizione ecosostenibile dei brand di moda e design”. Qui, opportunamente, UNIC (associazione aderente a Confindustria Moda) ha spiegato la circolarità della pelle e dell’industria che la recupera e trasforma. Ma anche quella dei progetti che ne raccolgono gli scarti di processo per dargli un’ulteriore occasione di utilità.
UNIC spiega la circolarità
“Abbiamo partecipato a questo evento – spiega Fulvia Bacchi, general manager UNIC – perché quando si parla di bioeconomia e di circolarità, l’industria conciaria non può mancare. Altrimenti si assiste alla solita demonizzazione del prodotto pelle senza avere la possibilità di controbattere con dati certi e chiarificatori”. Così è stato, durante un panel moderato da Alessandro Cecchi Paone al quale hanno partecipato, oltre a UNIC, Micol Barnabò (MIMIT), Gonzalo Brujò (Interbrand) e Francesca Comino (Takaturna).
Sfilata narrata
La prima giornata della Phygital Sustainability Expo si è conclusa con una “sfilata narrata”. Ogni outfit salito in passerella, tra cui uno in pelle realizzato da Antonio Marras per l’evento Questione di Pelle organizzato in passato da Lineapelle. Ogni creazione è stata presentata in base alle qualità green che la caratterizza.
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