I lavoratori uruguayani di JBS Zenda passano alle vie di fatto. Venerdì mattina un gruppo di dipendenti del gruppo conciario è sceso per le strade di Montevideo, raggiungendo l’elegante quartiere del Prado e fermandosi fuori dall’ingresso dell’abitazione del presidente uruguayano Tabaré Vázquez.
Le richieste
Come riporta subrayado.com.uy, i lavoratori hanno chiesto che il Parlamento vari un disegno di legge per la creazione di uno speciale strumento di sostegno al reddito per i 26 lavoratori dell’azienda che non hanno accesso al sistema nazionale, il cosiddetto “seguro de paro”. Ma non solo. I lavoratori, attraverso i loro rappresentanti, hanno chiesto anche un tavolo negoziale per affrontare e cercare di individuare delle soluzioni per la crisi che sta colpendo l’intero settore della pelle in Uruguay. La manifestazione è legata all’annuncio del gruppo conciario, controllato dalla multinazionale brasiliana JBS, della chiusura di due dei suoi tre stabilimenti in Uruguay.
Segnali
Un caso singolo che, però, rappresenta un segnale per l’intera industria nazionale e su cui la politica ha già iniziato a scontrarsi. Il deputato Rodrigo Goñi ha lanciato un allarme nei giorni scorsi: “Se il ministero non reagisce – ha detto parlando alla stampa locale – andiamo dritti verso il precipizio“. Secondo il Ministro dell’Industria, Olga Otegui, “la situazione delle concerie in Uruguay non può essere isolata dal contesto regionale”, in quanto “sono di proprietà di società multinazionali che adottano decisioni sulla base di dinamiche dettate dai mercati internazionali“. Il problema, però, sarebbe legato ai costi di produzione troppo elevati nel Paese che non riuscirebbe a tenere il passo di fronte alla concorrenza degli Stati limitrofi. (art)
Foto da account Twitter di Radio Centenario