L’industria della pelle traina il livello di ricchezza di un territorio. Lo dimostra il report “Conti economici territoriali” di ISTAT, riferito al 2019, che colloca la provincia di Vicenza in cima alla classifica per valore aggiunto prodotto dall’industria. Meglio della produzione berica ha fatto solo quella di Modena.
L’industria della pelle
Secondo il rapporto ISTAT, nel 2019 l’insieme di tutti i comparti industriali della provincia di Vicenza ha determinato un valore aggiunto per ciascun abitante pari a 12.200 euro. In tutta Italia, solo Modena ha fatto meglio nel comparto industriale con 12.600 euro. La produzione berica supera, quindi, realtà molto consolidate come Reggio Emilia, Parma, Lecco, Brescia, Bergamo, Treviso, Bologna e Mantova. Nello stesso anno il Nord-Est ha dimostrato di essere l’area che ha prodotto la maggior crescita di PIL, pari a +0,5% contro il +0,4% del Nord-Ovest, il +0,3% del Centro e il +0,2% del Mezzogiorno.
In Veneto
All’interno della Regione Veneto, Vicenza è in cima alla classifica con un valore aggiunto pari a 30.900 euro. Il rapporto è il risultato della sommatoria di tutti i comparti: agricoltura, industria, costruzioni, commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni; servizi finanziari, immobiliari e professionali. È chiaro però che sulla produzione industriale di Vicenza gioca un ruolo predominante il settore conciario. Le concerie, in primis, e poi la filiera: cioè le aziende chimiche, di macchinari e tutto il relativo indotto che dominano la striscia di terra che va da Montebello Vicentino a Chiampo, passando per Arzignano. In provincia di Vicenza, sempre secondo ISTAT, l’industria fa segnare un valore aggiunto maggiore del 28% rispetto alla provincia seguente, vale a dire Treviso. (art)
Nella foto, immagine d’archivio La Conceria
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