Difesa e contrattacco. Michael Kors e Gucci hanno di recente abbandonato l’International Anti-Counterfeiting Coalition (IACC), organizzazione internazionale con base a Washington impegnata nella lotta alla contraffazione, in polemica con la scelta di accogliere nel club Alibaba, colosso cinese delle vendite online. «È il nostro avversario più pericoloso e dannoso», hanno commentato le griffe. IACC, però, non ha intenzione di tornare sui propri passi. «La decisione di iscrivere Alibaba è stata presa dall’intero board all’unanimità – si legge in una nota –. Crediamo in un approccio collaborativo. La contraffazione è un argomento troppo grande perché le maison se ne occupino in proprio». Alibaba, che a proposito di mercato del falso è stata portata in tribunale a New York dal gruppo Kering, intanto annuncia di voler fare la propria parte. Dal 20 maggio entreranno in vigore nuove misure per assicurare l’originalità dei prodotti in commercio sul portale Taobao. A spingere il colosso dell’e-commerce in questa direzione, oltre le questioni di immagine all’estero, è anche il profilarsi a Pechino di una stretta governativa contro la contraffazione. (rp)
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