Sono oltre 100 le firme in calce alla lettera che mercoledì gruppi industriali e federazioni settoriali europee hanno inviato alla Commissione UE per chiedere interventi concreti contro la vendita di merce contraffatta in rete. La richiesta è quella di emanare una direttiva che impegni a norma di legge gli intermediari affinché tutelino prodotti originali e quindi i brand. Nel mirino finiscono così i grandi portali di acquisti online, che prontamente rimuovono i prodotti se segnalati senza però applicare dei filtri che contrastino efficacemente, ad esempio, la ripubblicazione dell’annuncio di vendita il giorno successivo. Nel 2016 molti marchi globali sottoscrissero con gli intermediari di vendita sul web un memorandum d’intesa per la lotta alla commercializzazione di merce fake. Ora, però, i memorandum non bastano più. È questa la posizione dei brand, che chiedono leggi e di conseguenza sanzioni. La moda è uno dei settori più colpiti dal fenomeno. Tra i giganti del lusso che subiscono i danni più rilevanti ci sono aziende come Moncler e molti dei marchi del gruppo Kering: nel gennaio dell’anno scorso la Guardia di Finanza di Pordenone ha chiuso un sito web cinese, identico all’originale di Prada, che vendeva merce contraffatta da ben due anni.
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