Le indagini sono partite dopo il controllo a un autoarticolato fermato al valico di Sant’Andrea, tra Italia e Slovenia. Il prezzo della merce trasportata, accessori “in pelle” di fabbricazione cinese, è troppo basso per le caratteristiche dichiarate, mentre quella “pelle”, appunto, sembrava finta già al primo colpo d’occhio. Al termine delle attività investigative, coordinate dalla Procura di Gorizia e condotte dalla locale Guardia di Finanza, l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro di circa 7.000 articoli (portachiavi e portafogli) recanti il marchio “Vera Pelle” contraffatto e denunciato 5 persone per vendita di prodotti industriali con segni mendaci. La merce, prodotta nella provincia cinese di Zhejiang, è venduta a una ditta romana (dopo triangolazione in Repubblica Ceca che vede il prezzo complessivo lievitare da 6.000 a 10.000 euro) per essere commercializzata in negozi di Milano e Sesto Fiorentino gestiti da cinesi. Le indagini hanno permesso di verificare lo store fiorentino nel 2016 ha venduto in Italia e all’estero più di 18000 prodotti con attestazione “Vera Pelle” contraffatta. La Guardia di Finanza goriziana ha potuto accertare che la merce sequestrata è prodotta in materiale sintetico (o solo in minima parte in pelle) grazie alla collaborazione dell’Unione Nazionale Industria Conciaria. La sinergia tra i due soggetti va avanti dallo scorso autunno, quando UNIC ha tenuto un corso di formazione per le Fiamme Gialle per aiutarle a distinguere la pelle dalle imitazioni, così da tutelare i marchi Vera Pelle e Vero Cuoio.
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