Acquistare consapevolmente. Sì, ma un fake. Lo fanno gli adulti. Lo fanno i giovani. Accettare la contraffazione è un brutto vizio che, al posto di perdere forza, cresce sempre più. Lo spiega, drammaticamente, un rapporto dell’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO).
Quello che ci dice EUIPO
Il 12% dei ragazzi italiani intervistati tra i 15 e i 24 anni, nell’ultimo anno ha scelto consapevolmente di acquistare capi di abbigliamento, accessori e calzature taroccati. Lo fa soprattutto perché non ha i soldi per comprarsi l’originale. Fa (molto) preoccupare che il dato è in crescita del 9% rispetto al 2016. Aumento che si registra anche a livello europeo con un lieve aumento dal 12% al 13% (fonte Ansa).
Confcommercio ci parla, ahimè, dell’Italia
A sua volta, Confcommercio – Format Research hanno condotto un’analisi sul sentiment dei consumatori nei confronti di illegalità, abusivismo e contraffazione. È emerso che per il 72% degli italiani è normale acquistare prodotti falsi. Perché? Confermando il report EUIPO, per oltre il 50% degli intervistati il motivo principale degli acquisti illegali è di natura economica. Il 27% degli italiani ha acquistato un prodotto falso nell’ultimo anno, nonostante quasi l’80% lo consideri rischioso per salute, sicurezza e scarsa qualità. Solo un terzo pensa che l’acquisto illegale sia effettuato inconsapevolmente.
World Bank fa i conti al global fake
Le stime World Bank (contenute nel World Development Report) ritengono che il volume d’affari della contraffazione nel mondo si aggiri intorno a 350 miliardi di euro. L’Italia è il primo Paese consumatore in Europa. Ed è terzo nel mondo per produzione. In Italia la contraffazione vale 7,2 miliardi (+9,4% rispetto al 2012) e costa al settore moda (il più colpito) 38.000 posti di lavoro. I capi di abbigliamento, gli accessori moda, le scarpe, la pelletteria, le sneaker e gli articoli sportivi in genere sono i più clonati. Al punto che, come ha rivelato un’indagine Format Research lo scorso maggio, il 28% dei negozi fashion vede nella contraffazione un vero e proprio competitor. (mv)
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