I rappresentanti legali di Dior, Armani e Louis Vuitton si sono costituiti parte civile nel processo contro due cittadini cinesi, uno latitante e l’altro già detenuto per altre vicende, accusati di contraffazione. Chi trova insolito che i grandi nomi dell’industria del lusso si muovano per due presunti falsari non conosce il volume d’affari che il consorzio criminale era in grado di raggiungere. Quando nell’autunno del 2014 la Guardia di Finanza ha eseguito il blitz nel loro capannone di Pontedera, ha sequestrato 160.000 articoli di abbigliamento e accessori contraffatti (cartellinati come Dior, Gucci, Chanel, Louis Vuitton, Dior e Prada), oltre a 4.800 metri di tessuti e pellami. Immessi sul mercato come originali, i prodotti avrebbero fruttato una cifra pari, stando a quanto si legge su Il Tirreno, almeno a 4,5 milioni di euro. Lo stock, poi distrutto dalle Fiamme Gialle, era così prezioso da essere oggetto di un tentato furto su commissione. (rp)
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