86 è la percentuale di falsi prodotti tra Cina e Hong Kong secondo GAO (Government Accountability Office), agenzia USA che, nel report sulla tutela del copyright e delle proprietà intellettuali pubblicato a gennaio 2018 spiega che questa quota vale qualcosa come 397 miliardi di dollari. A spiegare il danno che subisce la filiera della moda italiana ci pensa EUIPO, agenzia UE che gestisce la registrazione di marchi e design: il fake, in Italia, “determina, per il settore, perdite pari al 7,9% del fatturato”. Arginare questa marea nera è quasi impossibile. Vuoi, anche e soprattutto, per la sua arroganza. Un esempio? A giugno 7 espositori cinesi di Expo Riva Schuh sono stati blindati in fiera dalla GdF perché promuovevano nei loro stand scarpe che “riproducevano esattamente il disegno industriale di scarpe di noti marchi internazionali come Nike e Converse, ma anche di eccellenze manifatturiere nazionali, spacciandoli per proprie produzioni”. La contraffazione è l’emergenza di ieri, di oggi e di domani.
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