Le dispute per proteggere la proprietà intellettuale non si sono fermate nemmeno durante le festività natalizie. Il primo caso è quello che riguarda Louis Vuitton, citato in giudizio dal gigante dei giocattoli MGA Entertainment. Quest’ultimo ha commercializzato a 60 dollari una borsa-giocattolo a forma di cacca (sì, proprio così…) chiamata Pooey Puitton che è piaciuta moltissimo al critico di moda Alexander Fury e poi anche agli stilisti Jason Wu e Marc Jacobs. Secondo quanto scritto nella citazione di MGA, riportata dal sito The Fashion Law, “verso il 7 dicembre 2018, Louis Vuitton ha rivendicato a uno dei clienti di MGA che il nome Pooey e il prodotto Pooey hanno violato uno o più suoi marchi”, tra cui il famoso motivo Toile Monogram. La borsa, infatti, è realizzata per assomigliare ai modelli disegnati da Takashi Murakami per Louis Vuitton e la stessa casa produttrice di Los Angeles afferma che ne è la parodia ma “nessun consumatore ragionevole potrebbe confondere il prodotto Pooey con una borsa Louis Vuitton per le differenze di prezzo, materiali (le borse della maison sono in pelle, quella della Mga è in plastica, ndr), marketing, commercializzazione e scopo dei prodotti delle due parti”. Una denuncia preventiva che contiene anche la documentazione (e i casi specifici) nell’intento di mostrare al giudice come Louis Vuitton “sia iperprotettivo nei confronti dei suoi prodotti anche attraverso denunce vessatorie”. MGA ha chiesto alla Corte di intervenire e stabilire che Pooey Puitton non stia violando i diritti sui marchi di Louis Vuitton. Un portavoce di LVMH ha dichiarato a Reuters di non avere commenti da dare in questo momento.
Il secondo caso riguarda Vans (marchio controllato da VF Corp) che ha citato in giudizio la catena di fast fashion Primark per aver “presumibilmente e intenzionalmente copiato i modelli iconici di sneaker Vans Old Skool e Vans Sk8-Hi, prodotti anche nella versione premium in pelle”. L’anno scorso Vans aveva chiesto a Primark di cessare la vendita delle “copie” Primark Skater Low Top (al prezzo di 10 euro sul sito Primark) e Skater High Top (al prezzo di 13 euro), cosa avvenuta nel Regno Unito, ma non negli USA. La causa riguarda la violazione del marchio, la concorrenza sleale e la pubblicità ingannevole ed è stata depositata in un tribunale federale di New York. Il terzo caso riguarda Marc Jacobs, marchio posseduto di proprietà di LVMH, che ha rilasciato la collezione Grunge, riprendendo quella che realizzò per Perry Ellis nel 1993. Secondo Nirvana LLC, società formata nel settembre 1997 da Dave Grohl, Krist Novoselic (ex componenti della storica band di Kurt Cobain) e Cobain Estate, controllata da Courtney Love (moglie del leader suicida del gruppo), la collezione utilizza un design e, senza permesso, un logo praticamente identico a quello dei Nirvana (lo Smiley Face) e per questo ha citato in giudizio Jacobs. (mv)
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