Le azioni legali restano ancora all’orizzonte, ma intanto la griffe affila le armi contro i falsi (dupe o contraffazione pura che siano): “Giù le mani da Kelly e Birkin”. Hermès vuole preservare il lusso e l’esclusività delle sue borse iconiche. E, nonostante nel caso della borsa ‘Wirkin’ di Walmart non abbia ancora intrapreso una battaglia legale, la griffe ha deciso di aumentare le difese contro gli “imitatori” negli Stati Uniti. La questione non finisce qui. In Italia le imitazioni di ottima fattura delle borse Hermès commerciate in Versilia sono arrivate agli onori della cronaca per le accuse rivolte da Francesca Pascale (ex compagna di Silvio Berlusconi) alla ministra Daniela Santanché. Mentre in Turchia si è ottenuta la chiusura del canale dell’influencer spacciatore di dupe.
Hermès affila le armi contro i falsi
Per quanto le ultime dichiarazione del CEO Axel Dumas possano essere sembrate concilianti nei confronti degli imitatori, Hermès sta lavorando per ampliare il proprio dipartimento di proprietà intellettuale negli USA. Attualmente, l’intero ufficio legale della società ha sede in Francia ed è diretto dal consulente generale del gruppo Nicolas Martin e dalla direttrice legale Isabelle Guillot. Secondo quanto riporta Glitz.Paris, a metà febbraio la griffe ha inviato un team a New York per incontrare i colleghi locali, in particolare i team statunitensi di Gucci (Kering), col quale si ipotizza una collaborazione.
L’esperienza di Gucci
Ci sarebbe quindi una possibile collaborazione tra Hermès e Gucci che, nel novembre 2023, ha avviato un’azione legale contro Lord & Taylor, Sam’s Club e Century 21. Il brand ammiraglio del gruppo Kering li accusa di vendere prodotti contraffatti con il suo nome e i suoi disegni. Gli agenti che lavorano per Gucci hanno acquistato prodotti dai siti web dei retailer e hanno confermato che si trattava di falsi. Nonostante ciò, alcuni dei rivenditori non hanno pienamente cooperato. Lord & Taylor in particolare si rifiuta di restituire i prodotti contraffatti da distruggere.
Traffici in Versilia
Nel frattempo, in Italia, i falsi (o presunti tali) sono diventati un caso politico. Francesca Pascale, dicevamo, ha raccontato alla stampa di aver ricevuto in regalo da Santanché nel 2013 due Kelly, poi risultate non originali. “L’ho scoperto portandone una a riparare in boutique. E volevano sequestrarmela”, è la versione di Pascale. La ministra ha perentoriamente negato la circostanza e minacciato querele. La vicenda, intanto, ha sollevato il velo sul traffico di borse fake (di Hermès e Chanel soprattutto) a Forte dei Marmi. Il traffico coinvolge la buona società villeggiante in Versilia e farebbe capo a un uomo che smercia articoli contraffatti di egregia fattura (di certo superiore a quella proposta dagli ambulanti abusivi) al prezzo di 450/500 euro.
Instagram banna il contraffattore “Cumaliibags”
Anche in Turchia “va di moda” la contraffazione delle borse Hermès. E per fortuna ci si è mossi per contrastarla. Instagram ha bloccato ed eliminato il canale del falsario turco Cumali Demirci, specializzato nei fake della griffe francese. Per il suo giro di vendite di accessori utilizzava l’account @cumaliibags, dove aveva raccolto oltre 87.000 follower. Ma l’account è stato chiuso pochi giorni dopo che il magazine Glitz.Paris ha puntato un’indagine sulle sue attività. Il web è più grande di Instagram, però. Demirci è ancora su TikTok, con soli 200 iscritti, e il suo sito web, che mostra alcuni modelli di borse che realizza su richiesta, è ancora accessibile. (mvg)
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