Operazione Himalayan, per i 7 indagati si avvicina il processo immediato

A fine giugno erano scattati gli arresti per 7 persone, finite ai domiciliari. Ora arriva il processo immediato. L’accusa: contraffazione, commercializzazione di prodotti di alta pelletteria recanti marchi industriali falsi e ricettazione. Questo l’esito dell’operazione Himalayan conclusa dalle Fiamme Gialle di Viareggio, che ha portato a sgominare un giro di contraffazione extra lusso tra Milano e Firenze. Valore complessivo: “svariati milioni di euro”. Borse di note griffe dell’alta moda venivano riprodotte da artigiani pellettieri fiorentini e poi vendute in uno showroom nel bel mezzo del Quadrilatero della moda milanese. Chanel, Louis Vuitton, Balenciaga, Gucci, Prada, Cavalli, Céline, ma anche la celebre Birkin di Hermès, venduta nella sua versione più costosa (il modello Himalayan in pelle di coccodrillo del Nilo) a “soli” 18.000 euro. Ora la Procura di Firenze ha chiesto il processo immediato per i 6 artigiani accusati di confezionare le borse “identiche in tutto, ma false” nei loro laboratori di Firenze. Identico destino per Mattia Pesci, l’uomo che ha gestito la compravendita degli accessori nel centro di Milano. Il giro sgominato dalla GdF rappresenta un caso pressoché unico per gli altissimi livelli qualitativi raggiunti nella riproduzione degli accessori originali e il modello di “esclusiva organizzazione commerciale”. All’Operazione Himalayan e a tutte le sue implicazioni giudiziarie, ma anche reputazionali per la filiera, abbiamo dedicato la storia di copertina del nostro settimanale, La Conceria, disponibile da domani su www.laconceria.it anche nella sua versione digitale sfogliabile in abbonamento.

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