Primadonna non ha copiato le borse da Valentino. Il Tribunale di Bari ha archiviato le accuse della griffe e ha restituito all’azienda pugliese circa 5.000 borse sequestrate nel 2022. Decisivi alcuni particolari presenti nei modelli Primadonna, ma anche un accordo siglato dalle due società nell’ottobre 2018 che permetterebbe a Primadonna di utilizzare le borchie piramidali tipiche della linea Rockstud di Valentino.
Primadonna non ha copiato le Rockstud
A maggio 2021 Valentino segnalò alle autorità la presenza sul mercato di due modelli di borse Primadonna. Secondo la griffe erano la “riproduzione identica e non autorizzata” delle borse della linea Rockstud. A seguito della denuncia, a luglio 2022, furono sequestrate 3.000 borse presenti nei punti vendita dell’azienda pugliese e altre 1.800 destinate alla vendita online (fonte La Repubblica).
L’accusa di Valentino
La forma rettangolare delle borse, la presenza delle borchie appuntite, la distanza e la posizione delle stesse richiamavano i modelli Valentino. Questo secondo la Procura di Bari che autorizzò il sequestro dei prodotti sulla base delle argomentazioni esposte da Valentino. Valerio Tatarella, rappresentante legale di Primadonna, fu indagato per il reato di “fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale”.
La difesa di Primadonna
La società pugliese si difese prontamente richiamando un accordo transattivo firmato dalle due società il 29 ottobre 2018. Quest’ultimo, secondo Primadonna, la autorizzava a utilizzare le borchie. Inoltre, alcuni particolari distinguevano le sue borse da quelle di Valentino. Alla fine, il giudice del Tribunale di Bari ha dato ragione a Primadonna. (mv)
Leggi anche: