Il consumatore è alla ricerca del prezzo, quindi poco gli importa se sta per acquistare prodotti contraffatti o originali. Potrebbe essere una chiave di lettura per spiegare l’aumento dei sequestri di merce fake. Gli ultimi due, uno a Trieste e l’altro in Germania, avrebbero potuto garantire introiti per quasi 20 milioni di euro.
Trieste, maxi-sequestro di prodotti contraffatti
Nel Porto vecchio di Trieste la Guardia di Finanza del comando provinciale e la locale Agenzia delle Dogane e Monopoli hanno sequestrato quasi 160.000 prodotti. L’assortimento è di capi d’abbigliamento e accessori, per lo più scarpe e borse. Articoli stipati all’interno di un container proveniente dal porto turco di Pendik (e diretto nel Nord Europa), abilmente nascosti da articoli tessili regolarmente trasportati. Il fatto che su questo carico fossero coinvolte società estere non riconducibili al settore moda ha insospettito i doganieri. Sono stati chiamati i periti dei marchi coinvolti a confermare la non autenticità dei prodotti, tutti di ottima fattura. Il range delle vittime va da Louis Vuitton a Chanel, da Dior a Prada, da Gucci a Fendi e tanti altri.
Rotta per la Germania
Le indagini non si sono fermate e hanno rintracciato un’altra spedizione di prodotti fake transitata dall’Italia e in arrivo in Germania. Le autorità tedesche hanno poi sequestrato altri 74.000 articoli, tra capi d’abbigliamento, borse e calzature. Lo riporta il sito Rai News. Complessivamente, se immessi sul mercato, gli articoli contraffatti sequestrati avrebbero potuto portare ricavi per circa 20 milioni di euro.
La stagionalità
È vero che l’estate è una stagione favorevole al mercato del falso, che però potrebbe farsi forza anche dalla ridotta capacità di spesa del consumatore. Che vuole il brand, ma vuole anche il risparmio e, quindi, non si fa problemi a comprare un prodotto fake, spesso online. Ma c’è il sospetto, in alcuni casi confermato, che anche chi si può permettere l’acquisto del prodotto originale ogni tanto preferisca il falso. (mv)
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