La Guardia di Finanza di Napoli l’ha chiamata “La via della seta”. Si tratta di un’indagine che ha portato a iscrivere 76 persone nel registro degli indagati (per i quali sono stati emessi 49 provvedimenti cautelari) e al sequestro di: 18 laboratori clandestini e depositi di merce; 442 macchinari ad uso industriale adibiti alla lavorazione dei prodotti; circa 300mila capi di abbigliamento, calzature e articoli di pelletteria con loghi e marchi contraffatti. Tutto riconducibile a sei distinti sodalizi criminali dediti all’importazione dalla Cina, alla fabbricazione e commercializzazione di capi di abbigliamento, calzature e articoli di pelletteria con il marchio contraffatto da smistare in tutta Italia, ma, in particolare, in Lombardia, Lazio e Abruzzo. Secondo l’accusa, la camorra avrebbe creato una vera e propria holding che si occupava sia dell’importazione della merce dalla Cina sia della commercializzazione e della produzione della merce. Sono stati sequestrati in tutt’Italia beni mobili, immobili, società, cassette di sicurezza, polizze assicurative e conti correnti per un controvalore complessivo di tre milioni di euro. A Montesilvano (Pe) uno degli indagati, Nicola Luiso, ora ai domiciliari. Secondo l’accusa, l’uomo originario di Napoli aveva il compito di ritirare la merce contraffatta dalla fabbrica che la produceva per poi rivenderla agli ambulanti. (mv)
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