Supreme NYC ha vinto anche in Europa la sua battaglia contro i legal fake. Nel maggio 2018 EUIPO, l’ufficio europeo che si occupa di proprietà intellettuale, ha respinto la richiesta di registrazione di Supreme NYC. Diciotto mesi dopo deve riconoscere che effettivamente era “un marchio dotato di una capacità distintiva”. In Europa il legal fake Supreme ha radici italiane.
Legal Fake
Secondo quanto riporta MF Fashion, EUIPO ha autorizzato lo scorso agosto la registrazione del marchio Supreme nei 27 paesi membri dell’UE. Ora il brand, acquisito di recente da VF Corp, conta 432 registrazioni di marchi in 126 giurisdizioni. In Europa gli avversari si chiamavano soprattutto Supreme Italia e Supreme Spain. Fanno capo a International Brand Firm (IBF), società con sede a Londra ma italiana di fatto, che ha registrato il marchio Supreme in circa 50 Paesi tra cui Italia e Spagna. Ha esposto a Pitti Uomo nel gennaio 2016 e aveva aperto “legalmente” dei negozi. IBF aveva registrato il marchio Supreme in Europa prima che arrivasse la richiesta di registrazione da parte dell’azienda statunitense effettivamente proprietaria del brand.
Il cortocircuito
Il cortocircuito era sempre possibile. È emblematico, in tal senso, l’episodio risalente a due anni fa, quando Samsung annunciò di aver siglato una partnership con Supreme. Ma la società con la quale aveva firmato il contratto non era Supreme NYC, bensì un’altra. Già da tempo l’autentico Supreme NYC ha intensificato la battaglia legale, ottenendo il riconoscimento anche in Cina dal Chinese Trademark Office nel maggio scorso. Mancava l’Europa, che ora è stata conquistata. (mv)
Nelle foto: a destra un modello di borsa frutto della collaborazione tra Supreme e Louis Vuitton; a Destra un giubbotto in pelle presentato nell’ultimo collezione Supreme
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