Togli tre pezzetti tondi di pelle e delle anonime sneaker si trasformano di colpo in “iconici” modelli Saucony. Peccato che, ovviamente, siano falsi. È questo l’escamotage studiato da un’organizzazione criminale attiva nel Lazio a cui facevano capo tre diverse società, tutte gestite da cittadini cinesi. Detenevano all’interno di tre distinti capannoni tra Roma e Tivoli merci contraffatte o prive di indicazione, tra cui 205.000 capi d’abbigliamento e, per l’appunto, 70.000 paia di scarpe. A risalire ai magazzini in cui veniva custodito il materiale falsificato sono stati i Finanzieri del Comando provinciale di Roma, i quali hanno anche scoperto il metodo inventato dall’organizzazione per eludere i controlli. Le calzature erano prodotte in Cina, dove veniva cucita sul lato esterno di ogni calzatura una striscia in pelle, apparentemente anonima. Le scarpe erano poi trasportate in Italia e, una volta aperte le scatole, era sufficiente rimuovere tre inserti per trasformarle in modelli fake del brand americano. Secondo le prime stime, il metodo avrebbe fruttato all’organizzazione circa un milione di euro.