Non sarà educato, online, scrivere parole interamente maiuscolo. Equivale, nella lingua parlata, a urlare. Questa volta, però, ci permettiamo di farlo nel titolo di questa news. E, se IL GIORNO è scritto proprio così, tutto maiuscolo, è perché ci sembra necessario gridare a gran voce che sabato 24 ottobre 2020, per l’industria conciaria italiana, non solo è una data da ricordare. In altre parole: oggi è IL GIORNO, il Decreto Pelle è in vigore.
Il Decreto Pelle
Il Decreto Pelle porta il titolo “Nuove disposizioni in materia di utilizzo dei termini «cuoio», «pelle» e «pelliccia»”. È stato formalmente e definitivamente approvato dal Governo italiano lo scorso 28 maggio 2020 dopo una lunga e caparbia attività di sensibilizzazione da parte di UNIC – Concerie Italiane. Tra le misure che prevede il DL, spiega UNIC, “oltre a una definizione dei termini pelle e cuoio più corretta e in linea con la normativa comunitaria e tecnica, c’è l’espresso divieto dell’uso delle parole pelle e cuoio”. Un divieto esteso “anche a prefissi o suffissi, per identificare materiali non derivati da spoglie di animali, come oggi avviene con i non ortodossi termini ecopelle, vegan leather e simili utilizzati per materiali sintetici”.
La perseveranza dei conciatori italiani
Per i conciatori italiani si tratta del “coronamento della lunga battaglia sull’uso corretto della terminologia conciaria”. E del risultato tangibile della determinazione con cui hanno perseguito questo traguardo. Come ha commentato nei mesi scorsi il presidente UNIC, Gianni Russo, “La perseveranza e la determinazione della nostra associazione sono state premiate”.
Attività di approfondimento
Da giugno a oggi UNIC ha promosso una capillare attività di approfondimento del Decreto Pelle. Obiettivo: condividerne contenuti e importanza con tutti i livelli della filiera. “Abbiamo esposto i contenuti del Decreto – scrive UNIC in una nota – durante le ultime edizioni digital di Lineapelle London e New York (17 luglio) e nel corso di eventi organizzati con altri stakeholder di filiera”. Per esempio, “Confindustria Moda (13 luglio), Federlegno-Arredo (20 ottobre), ICT International Council of Tanners (30 settembre), AICC Associazione Italiana Chimici del Cuoio (14 ottobre)”. Un percorso che non si ferma: “Nei prossimi giorni sarà il turno di Confcommercio, interessata a capire gli obblighi e le responsabilità di grossisti e dettaglianti in materia”. Ma anche “di altre associazioni manifatturiere della filiera pelli, come Assopellettieri”.
Chiarimenti e diffide
“Numerose – continua UNIC – sono state le risposte date a richieste specifiche di chiarimento ricevute da singoli clienti e brand”. Focus: “Spiegare l’utilizzo della terminologia ed escluderne l’abbinamento a materiali sintetici. Da inizio anno a oggi abbiamo inviato 14 diffide, ma ovviamente, a partire dall’entrata in vigore del Decreto, tali azioni cresceranno di intensità”.
Panorama europeo
Se oggi è IL GIORNO, in Italia, del Decreto Pelle, l’obiettivo (e la speranza) è che presto se ne possa festeggiare uno identico a Bruxelles. “In collaborazione con Cotance – conclude UNIC -, verrà intensificata l’attività di pressione sulla Commissione UE per ottenere una norma europea”. Una norma “che possa, da un lato armonizzare quanto già esiste in alcuni Paesi (Italia, Francia, Spagna e Belgio), dall’altro colmare le attuali lacune degli altri Stati membri.
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