Da oggi in tutto il territorio cinese è ufficialmente in vigore una nuova direttiva, adottata congiuntamente dalla Corte Suprema e dalla Procura della Repubblica Popolare Cinese, che uniforma le procedure di indagine nei casi di crimini ambientali, aumentando le pene per quanti verranno riconosciuti colpevoli. Nello specifico, è stata stilata una lista di 14 attività da ritenersi “crimini che danneggiano l’ambiente e le sue risorse”. Tra i reati è prevista la dispersione di sostanze radioattive o tossiche, in particolare nelle riserve naturali, nelle sorgenti d’acqua e nei fiumi, come accade nei pressi di alcuni cluster conciari. Sono definite “crimini” le attività che causano inquinamento tale da costringere più di 5 mila persone all’evacuazione o che avvelenino direttamente almeno 30 persone. Saranno severamente colpiti quanti inquineranno aree nei pressi di ospedali, scuole e ampie zone residenziali. La pena più severa è pari a 7 anni di detenzione, oltre a una pesante multa. Si stima che in Cina oltre 10 milioni di ettari di terreni agricoli siano inquinati causa pesticidi e altre sostanze rilasciate dagli scarichi industriali.
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