Argentina, CIMA chiede protezionismo: è finita la stagione Macri

Argentina, CIMA chiede protezionismo: è finita la stagione Macri

CIMA chiede protezionismo per la filiera della pelle dell’Argentina. A fine ottobre con l’elezione del peronista Alberto Fernández alla Casa Rosada è finita la stagione di Mauricio Macri, la cui presidenza è stata improntata all’apertura verso il libero scambio. Ora CIMA (Cámara Industrial de Manufacturas del Cuero y Afines) chiede al nuovo Esecutivo protezionismo, a cominciare dalle relazioni con i partner dell’area Mercosul.

La proposta di Bolsonaro
Il riferimento è alla richiesta del presidente brasiliano Jair Bolsonaro di abbassare i dazi che regolano l’interscambio tra i due Paesi. Secondo i vertici di CIMA, “non ci sono le condizioni minime di forza e stabilità del tessuto produttivo perché se ne possa ricavare un impulso positivo per la filiera”. Per questo, riporta ambito.com, la sigla che rappresenta la manifattura dell’area pelle consiglia di lasciar perdere, o di abbassare le barriere doganali solo a fronte di incentivi e stimoli alla competitività delle imprese argentine.

La crisi argentina
Di liberismo, è l’assunto di CIMA, la filiera argentina ne ha avuto già troppo. Dal 2015 al 2018 le importazioni sono aumentate del 122%, mentre i costi fissi sono crescenti e i consumi interni in calo. Negli ultimi 4 anni, continua ancora l’associazione, il giro d’affari si è contratto del 60%, hanno chiuso più di 100 aziende e sono andati persi 3.500 posti di lavoro. CIMA avverte che il 2019 “chiuderà con una contrazione degli affari simile a quella vissuta nel 2018”. Per questo CIMA chiede protezionismo per la filiera della pelle argentina.

Foto da account Facebook di CIMA

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