Le associazioni argentine dei calzaturieri e dei conciatori hanno inviato una lettera comune al loro governo in cui lamentano di essere costretti ad acquistare pelli grezze all’estero nonostante “la teorica disponibilità” di materia prima nazionale. I macellatori, infatti, preferiscono esportare il prodotto perché più vantaggioso dal punto di vista economico. Alcuni calzaturieri richiedono l’applicazione di una legge che risale al 1970 (la cosiddetta “legge del rifornimento”) e che obbliga i detentori di grezzo a vendere prima sul mercato interno lasciando all’export l’eventuale rimanenza. Fonti governative, però, affermano che una simile misura sarà presa in considerazione solo come “ultima spiaggia”. Esiste però un recente precedente “non conciario”. Risale al 2012, quando il governo minacciò la chiusura di quelle aziende che preferivano esportare la yerba, vegetale usato per la produzione di una diffusa qualità di thè, il cui prezzo raggiunse cifre insostenibili per il consumo interno. (pt)
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