Un’Autority dedicata alla filiera della pelle per sviluppare il settore. È la proposta che hanno avanzato gli operatori bengalesi del settore al Ministro dell’Industria. Nel frattempo, i conciatori del Bangladesh hanno ottenuto una proroga di 3 mesi per il pagamento dei prestiti da parte della banca nazionale. Una buona notizia per le imprese che proprio in questi mesi stanno lavorando per adeguare gli standard alle richieste dei clienti europei.
Un’Autority dedicata alla filiera della pelle
Nel corso della quarta edizione della Task Force per lo sviluppo dell’industria della pelle, gli operatori del settore hanno avanzato al ministro dell’Industria, Nurul Majid Mahmud Humayun, la richiesta di istituire un’Autority dedicata al settore. Il nuovo organismo, secondo le idee degli industriali, ricadrebbe sotto il controllo diretto del Ministero dell’Industria e dovrebbe occuparsi esclusivamente della risoluzione dei problemi del settore per favorirne lo sviluppo. Come riporta fibre2fashion.com, Humayun ha esortato gli imprenditori della pelle a intensificare gli sforzi per espandere la propria attività e assicurato il necessario sostegno del governo. Ancora da sciogliere, però, il nodo del nuovo impianto di trattamento degli effluenti a Savar.
Proroga al pagamento
Nel frattempo, una buona notizia per i conciatori arriva dalla Bangladesh Bank. L’istituto di credito gli ha concesso una proroga di 3 mesi per rimborsare i prestiti. Una decisione che, come riporta thedailystar.net, deriva dalla volontà di andare incontro alle aziende inadempienti a causa del rallentamento dell’attività dovuto a CRV. Si tratta della terza proroga concessa ai creditori dell’industria conciaria. L’ultima scadenza era fissata al 31 marzo.
Standard più elevati
In questo stesso periodo, però, molte aziende dovranno affrontare importanti investimenti per mantenere i clienti europei. Per esempio: la Germania, che ha annunciato l’adozione di una nuova legge sulla due diligence. La nuova normativa, come scrive thedailystar.net, entrerà in vigore da gennaio 2023 per le aziende con più di 3.000 dipendenti. Sarà applicabile alle aziende con 1.000 lavoratori a partire da gennaio 2024. La nuova legge dovrebbe valutare le misure di protezione dei diritti umani e dell’ambiente nella produzione e nell’intera catena di approvvigionamento.
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