Il Bangladesh, dopo un mese di agosto dai buoni risultati nell’export, vara un piano di incentivi per sostenere gli esportatori di crust sulla via della crescita. Il Governo rifonderà il 5% degli investimenti dei conciatori, ma non a tutti: solo a quelli che hanno già trasferito la sede a Savar. In questo modo a Dacca contano di creare un’esca per convincere gli operatori del settore ad abbandonare finalmente l’inquinato sito di Hazaribagh, la cui evacuazione è un problema annoso. Che sia Savar la soluzione, intanto, è tutto da vedere. Un quotidiano locale denuncia che due delle aziende che già operano nel distretto sversano le acque reflue senza alcun trattamento, o addirittura trasportano i rifiuti solidi ad Hazaribagh. Contattato da Leatherbiz, uno degli imprenditori coinvolti spiega che, in assenza delle tubature che colleghino le aziende al depuratore centrale del distretto, chi opera a Savar ha poche alternative. Tornando invece alle iniziative di Dacca, gli incentivi all’export non sono l’unico provvedimento approvato in soccorso del settore conciario. Il governo ha stanziato un pacchetto di prestiti per garantire alle concerie locali la possibilità di approvvigionarsi di pelli grezze di produzione nazionale, che altrimenti rischiano di essere fagocitate dai Paesi limitrofi. (rp)
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