Birkenstock perde un’altra battaglia legale: stavolta vince Aldi

Birkenstock perde un'altra battaglia legale: stavolta vince Aldi

Birkenstock perde un’altra battaglia legale. Questa volta a vincere è il discount tedesco Aldi che ha lanciato sul mercato – a 10 euro – un paio di sandali simili al modello Boston. Gli “originali” hanno un prezzo medio di 150.

Birkenstock perde un’altra battaglia legale

Dopo le ripetute sconfitte nei tribunali di mezza Europa contro la romagnola Goldstar (gruppo Silver1 – Valleverde), Birkenstock perde un’altra battaglia legale, stavolta contro Aldi. Nel secondo grado di giudizio, un tribunale di Monaco di Baviera ha confermato la decisione di primo grado, modificando solo la ripartizione delle spese legali. Il marchio tedesco accusa Aldi di aver copiato il sandalo Boston (nella foto), uno dei suoi best seller.

 

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Un pugno di mosche

Birkenstock aveva presentato richieste di provvedimenti ingiuntivi in base alle leggi sul design e sulla concorrenza, richieste di informazioni anche sulla contabilità. Nonché richieste di ritiro, distruzione, rimborso dei costi e risarcimento danni nei confronti di Aldi. Tuttavia, il giudice non è stato dello stesso avviso e ha respinto tutte le richieste, confermando la decisione del primo grado (fonte Il Sole 24 Ore). La sentenza conferma come Birkenstock cerchi di proteggere con forza i suoi design, ma probabilmente sopravvaluta la distintività dei suoi prodotti. La decisione del giudice potrebbe aprire anche la strada a nuove possibili imitazioni.

Non solo Birkenstock

Un’altra battaglia legale è in corso tra Steve Madden e Ganni. La società USA sostiene che il marchio danese sia colpevole di diffamazione e di interferenza commerciale, in merito alla ballerina Graya e al sandalo Sandria. In un primo momento, Ganni ha presentato al Tribunale le memorie per difendersi dalle accuse. Poi, due giorni dopo ha teso la mano a Steve Madden proponendo un accordo (fonte Footwear News). Thom Browne ha vinto, invece, la battaglia legale durata anni contro Adidas nel Regno Unito. Il colosso sportivo sosteneva che i prodotti con quattro strisce di Thom Browne potevano generare confusione con le sue tre strisce. Ma il tribunale britannico, come riporta Fashion Dive, è convinto che il consumatore medio sia in grado di riconoscere il numero di strisce presenti sui prodotti, tra cui le calzature. (mv)

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