Quando abbiamo intervistato Jonathan Muirhead, presidente di Scottish Leather Group e membro della famiglia che detiene la maggioranza del primo gruppo conciario inglese, a proposito di Brexit, ancora non avevamo assistito al naufragio del deal siglato dal premier Theresa May e Bruxelles. Il manager scozzese, di cui potrete leggere l’intervista sul n. 40 de La Conceria, preconizzava che l’accordo non avrebbe ottenuto il voto parlamentare, come è poi successo. Per l’azienda, che ha ricevuto una visita proprio dall’inquilino di Downing Street, la situazione rimane complessa, sia che Londra esca dall’UE con il deal, sia che lo faccia senza: “Ci siamo dotati apposta di un risk register – le sue parole –. Abbiamo piani tesi a mitigare gli effetti peggiori, ma ci vorrà tempo per metterli in pratica. Rimaniamo concentrati sulla conservazione della nostra quota internazionale di mercato”. Non si registrano, intanto, segnali confortanti sullo sviluppo delle relazioni tra Londra e il Continente. Dopo aver annullato il voto di ieri della Camera dei Comuni sul deal, May è volata oggi a Bruxelles nella speranza di strappare un supplemento di negoziati: mentre Parigi e Berlino fanno già sapere di non essere disposti a prolungare una trattativa durata già oltre due anni, il presidente della Commissione UE, Jean–Claude Juncker, parlando al Parlamento sul prossimo Consiglio europeo ha detto: “Incontrerò la premier britannico May – sono le parole riportate da ANSA –, ma l’accordo che abbiamo raggiunto è il migliore possibile, l’unico possibile, non c’è margine di manovra per un nuovo negoziato”. (in foto, Theresa May in una immagine Shutterstock)
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