Maggiore salvaguardia del settore per garantire il livello di occupazione: è la richiesta del comparto TCLF dell’Unione Europea. La filiera della moda unita (Cotance per la concia, CEC per la calzatura, Euratex per il tessile-abbigliamento e l’organizzazione sindacale industriAll Europe) rivolge ai prossimi deputati europei che verranno eletti l’8 e il 9 giugno le 7 azioni per il 2025-2029. Inoltre, la filiera ha espresso pieno sostegno a un accordo industriale che integri il Green Deal per mantenere posti di lavoro di qualità in Europa.
Le proposte della filiera della moda unita
Nel comunicato stampa congiunto le associazioni comunitarie presentano le 7 priorità. Il primo punto è garantire la transizione ecologica delle imprese. Poi sviluppare un programma di riqualificazione e miglioramento delle competenze. Promuovere il dialogo sociale nel settore. Al quarto punto c’è garantire un “ambiente normativo ragionevole, stabile e coerente” di fronte alla proliferazione della legislazione europea. Garantire un migliore accesso alle materie prime e all’energia e ottenere un commercio libero ed equo “per garantire condizioni eque di concorrenza”. Il settimo obiettivo riguarda la sostenibilità e l’aumento della domanda di prodotti made in Europe. In particolare il settore TCLF chiede incentivi per clienti e consumatori affinché possano acquistare prodotti sostenibili realizzati in Europa.
Il tessuto
I settori TCLF in Europa danno lavoro ad oltre 1,5 milioni di persone. Di cui il tessile e abbigliamento 1,3 milioni; concia e pelle 34.531 e calzature 222.000. Sviluppano un fatturato complessivo di oltre 200 miliardi di euro (tessile e abbigliamento 170 miliardi di euro; concia e pelle 7,3 miliardi; calzature 23,2 miliardi). Oltre il 99% delle aziende europee in questi settori sono PMI. Ecco perché crisi e sfide congiunturali hanno un impatto elevato rispetto ad altri comparti economici composti da aziende di più grandi dimensioni. (mv)
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