Tre settimane. Tanto è durato lo stop effettivo imposto dal nuovo dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Industriale Buzzi di Prato, Alessandro Martinelli, a BuzziLab. Parliamo del laboratorio di analisi collegato alla scuola. Laboratorio divenuto, nel corso degli anni, riferimento per moltissimi brand e griffe del lusso “per la qualità e la composizione delle fibre tessili”. Ma anche dei pellami. La struttura, che avrebbe dovuto rimanere ferma per tre mesi “come forma di autotutela”, ha ripreso ieri l’attività.
La vicenda
Lo scorso 2 settembre, Alessandro Martinelli, subentrato a Erminio Sernilotti, aveva sospeso l’attività di BuzziLab su sollecitazione dell’Ufficio Scolastico Regionale. Obiettivo: “Trovare il percorso giusto per regolarizzare lo status giuridico del laboratorio”, come aveva spiegato lo stesso dirigente scolastico a Il Tirreno. Per gli uffici regionali è, infatti, necessario “ricondurre l’attività in questione su un piano di piena regolarità e legittimità. Astenendosi, altresì, dall’intraprendere iniziative finalizzate al mantenimento di tale attività”.
Traduzione
Traducendo quanto sopra: il lavoro svolto da BuzziLab in forma commerciale privata (che nel 2016 ha raggiunto un volume di circa 200.000 test, il 70% chimici) avrebbe relegato in secondo piano la sua principale dimensione didattica. Una questione – stando a quanto riporta Il Tirreno – che ha interessato anche la Guardia di Finanza di Prato (su disposizione della Corte dei Conti) e la Procura di Prato. Quest’ultima, sul caso, ha aperto un fascicolo esplorativo, vale a dire senza notizia di reato né indagati. Il provvedimento, intanto, aveva bloccato tutte le attività in essere del laboratorio mettendo così a rischio tutti i contratti di analisi e di consulenza.
Le critiche
Contrarietà al provvedimento è stata espressa fin da subito da parte del presidente della sezione Sistema Moda di Confindustria Toscana Nord, Andrea Cavicchi. Il quale, dalle pagine de La Nazione, ha auspicato di “trovare una soluzione giuridica e amministrativa” per far ripartire quanto prima la struttura. “Una follia sospendere l’attività del laboratorio conto terzi che tutti ci invidiano in Europa – ha commentato dallo stesso quotidiano il deputato di Forza Italia, nonché ex studente del Buzzi, Giorgio Silli -. Se vi sono delle irregolarità si faccia chiarezza: chiederò lumi al Ministero dell’Istruzione non appena si sarà insediato”. Fari puntati sulla vicenda anche in Regione Toscana. “È un elemento di assoluto valore – ha detto l’assessore all’Economia, Stefano Ciuoffo: riferendosi a BuzziLab -, irrinunciabile nel sistema dei centri di competenza della Toscana”. Preoccupazione è stata infine espressa anche dal sindaco di Prato Matteo Biffoni, il quale dalle pagine de Il Tirreno ha rivolto l’attenzione “sul piano occupazione e sui rapporti all’interno della filiera”. Tante pressioni che hanno sortito l’effetto, quasi immediato, di far riaprire la struttura.