L’Antitrust avvia indagini su Armani e Dior per verificare l’ipotesi che i due gruppi abbiano presentato dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale non veritiere. Giorgio Armani Operations e Manufactures Dior, già poste in amministrazione giudiziaria dal Tribunale di Milano, avrebbero enfatizzato “l’artigianalità e l’eccellenza delle lavorazioni”, quando la Procura di Milano ha contestato fenomeni di caporalato nella filiera produttiva.
Anche l’Antitrust avvia indagini
Si apre un nuovo capitolo nell’indagine sulle filiere produttive di Giorgio Armani Operations e Manufactures Dior. Le accuse di aver fatto ricorso a forniture di imprese che impiegavano lavoratori con salari “inadeguati” e in condizioni di salute e sicurezza insufficienti sono in contrasto con l’eccellenza produttiva vantata dalle società. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vuole vederci chiaro e verificare se i claim erano solo superficiali, o mendaci.
L’istruttoria
Per questo l’Antitrust ha avvito un’istruttoria per condotte illecite nella promozione e nella vendita di articoli e di accessori di abbigliamento. Non solo. Secondo il Corriere della Sera le due società avrebbero diffuso informazioni “non veritiere” rispetto agli standard e alla sicurezza sul lavoro lungo la filiera. I due gruppi del lusso potrebbero dunque aver violato il Codice del Consumo. Le società coinvolte sono Giorgio Armani e G.A. Operations, Christian Dior Couture Sa, Christian Dior Italia e Manufactures Dior. Le sedi sono state ispezionate martedì 16 luglio dai funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. (mv)
Foto d’archivio
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