Il blitz della Procura di Prato, che sabato 12 ha ordinato i controlli di guardia di Finanza, ASL e Vigili del Fuoco nei locali di Lin Weidong di Seano, conferma l’attenzione delle toghe sul caso di intimidazioni agli operai in sciopero della pelletteria a conduzione cinese. E, ancora di più, rappresenta una risposta alle richieste di Confindustria Toscana Nord che, contro i fenomeni di caporalato, invoca il presidio del territorio.
Il blitz della Procura di Prato
Lo riportavano le cronache della scorsa settimana che, dopo l’aggressione a operai e sindacalisti in presidio ai cancelli della ditta, la Procura si era messa in movimento per risalire la filiera degli eventi. L’intervento del 12 ottobre alla presenza della titolare della ditta, coadiuvato anche da un tecnico informatico scrive La Nazione, è il primo passo. “Il procedimento, si legge nella nota firmata dal procuratore di Prato Luca Tescaroli, è aperto per i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, di lesioni aggravate e di minaccia grave”.
L’appello di Confindustria Toscana Nord
Proprio alle autorità faceva appello Confindustria Toscana Nord. Per contrastare il caporalato (che non è una “sorpresa”, ma “il frutto avvelenato di decenni di noncuranza”) servono “controlli e sanzioni, fino alla chiusura delle attività nelle situazioni più gravi”. D’altronde la situazione è nota e denunciata sin “dalla fine degli anni ‘90”: “Aziende, soprattutto cinesi, irregolari, e non per aspetti marginali ma per gestioni che ignorano i fondamenti stessi della legalità. O si sanano queste sacche di illegalità o gli episodi vergognosi sono destinati a ripetersi”.
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