Più accessori uguale più made in Italy. Capri Holdings non ha fatto mistero di voler crescere con gli accessori, la categoria che ha permesso a Michal Kors di diventare grande. Accessori (borse e calzature in primis) che Versace e Jimmy Choo realizzano in Italia grazie ad una consolidata rete di sub-fornitori e aziende di proprietà.
Più made in Italy
L’obiettivo del gruppo USA è aumentare il peso delle vendite di accessori e calzature, dicevamo. Per Versace significa portarli dalla quota inferiore del 35% (bilancio chiuso a marzo 2020) al 60%, mentre per Jimmy Choo da meno del 20% al 50%. Lo spiega la Capri Holdings nel suo report annuale, dove indica anche le supply chain dei singoli marchi di proprietà.
Versace
Versace gestisce a livello centrale la maggior parte dei suoi prodotti. Tutte le materie prime che acquista arrivano al magazzino di Novara per essere poi distribuite ai terzisti. La maggior parte della produzione di Versace si trova in Italia. La produzione rimanente avviene in Tunisia, in Europa e in piccola parte in Asia.
Jimmy Choo
La maggior parte dei prodotti Jimmy Choo è realizzata in Italia. Un supporto arriva da altre fabbriche in tutta Europa, mentre una piccola parte arriva dall’Asia. Il marchio ha uno stabilimento per lo sviluppo dei prodotti a Firenze. A fine 2019 ha rilevato il produttore di calzature Alberto Gozzi che, scrive Capri Holdings, “nell’immediato futuro, svilupperà e produrrà principalmente scarpe per Jimmy Choo”.
Michael Kors
Poca Italia, invece, per Michael Kors: il brand preferisce l’Asia. I suoi terzisti si occupano anche dell’acquisto di materie prime. Oltre alla rete dei fornitori, il marchio si avvale anche di agenti che a loro volta si riforniscono di prodotti finiti. Il report annuale conferma: “Quasi tutti i prodotti di Michael Kors sono stati realizzati in Asia”. (mv)
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