L’appello di Carlo Capasa, presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana, non è bastato: altroché italianità, il marchio Roberto Cavalli può essere ormai considerato mediorientale. Anche il Tribunale di Milano, replicando così la scelta effettuata giorni fa dal board dell’azienda, valuta come la migliore sul tavolo l’offerta del gruppo immobiliare Damac Properties. L’holding di Dubai presenta un progetto di rilancio del marchio e di rimborso dei creditori complessivamente superiore ai 100 milioni di euro. Lo riporta il Sole 24 Ore, secondo cui il piano prevede un aumento di capitale da 60-65 milioni dedicati esclusivamente al rilancio del marchio.
Programma
Non solo. Le anticipazioni giornalistiche riportano che Damac intende mantenere sede e strutture di Cavalli in Italia, mentre l’amministratore delegato Gian Giacomo Ferraris si avvia alla riconferma. Rassicurazioni per i creditori, dicevamo: il gruppo si impegnerebbe alla liquidazione del 100% anche se non venisse trovato un accordo per lo stralcio. Roberto Cavalli è esposto per una cinquantina di milioni di euro con le banche. Damac avrà 15 giorni a disposizione per presentare la documentazione bancaria a garanzia dell’operazione. Il pieno rilancio del brand passerà dall’esito dell’investimento congiunto con il quale è stato finanziato un progetto da 500 milioni di dollari per la costruzione di cinque hotel extra-lusso in dieci anni. Il primo sorgerà a Dubai nel 2023 e dovrebbe chiamarsi Ville Just Cavalli.
Problemi UK per Stefanel
Stefanel UK è in amministrazione straordinaria e chiuderà i suoi due negozi londinesi a Regent Street e Covent Garden. Il Tribunale a cui è stata presentata la denuncia di insolvenza ha nominato gli amministratori che dovranno liquidare gli asset della società nel miglior interesse dei creditori e della stessa società. Domani il tribunale di Venezia dovrà valutare la richiesta di insolvenza che sembra sempre più vicina dopo la comunicazione dei dati di bilancio. Secondo la Tribuna di Treviso al 31 maggio 2019 l’indebitamento finanziario netto di Stefanel era di 90 milioni di euro, mentre quello dell’intero gruppo di 88,4 milioni. Ma l’aspetto più grave è che Stefanel non è riuscita a pagare puntualmente 470.000 euro di ritenute Irpef e altri tributi e passività previdenziali per 346.000 euro.
Il giorno di Sonia Rykiel
Oggi il Tribunale Commerciale di Parigi darà il via ai colloqui con i candidati per l’acquisizione di Sonia Rykiel. Secondo quanto scrive l’edizione francese di Fashion Network, sarebbero sei o sette le offerte di acquisto, sia dalla Francia che dall’estero, due delle quali risultano essere più “serie”. Una è quella formulata da Emmanuel Diemoz, l’ex capo di Balmain, l’altra arriva “da una grande famiglia parigina” estranea al settore moda. (mv)