Game over (o quasi). Il bando della California alla pelle e ai prodotti in pelle di coccodrillo e alligatore non è valido. Lo ha stabilito la sentenza di Kimberley Mueller, capo giudice distrettuale a Sacramento: il commercio delle pelli esotiche in California rimane legale nella cornice di quanto previsto dalle leggi federali degli Stati Uniti e da CITES. La toga (nella foto) ha così accolto il ricorso al bando californiano presentato dal governo della Louisiana insieme ad aziende e associazioni delle stesse Louisiana e California, nonché di Texas, Florida, Montana e Wyoming.
Il bando non è valido
Il bando californiano riguardava l’alligatore e due specie di coccodrillo: il Niloticus e quello delle acque salate. Secondo Mueller, però, a inficiare la norma ci sono due enormi pregiudiziali. La prima è che sul tema le leggi federali sono preminenti rispetto a quelle del singolo stato: Sacramento, detto in altri termini, non può sostituirsi a Washington. La seconda è che la California ha ben poco da disciplinare rispetto a quanto accade entro i confini della propria giurisdizione: perché “i coccodrilli non vivono, non migrano né sono stati introdotti in California”, recita la sentenza.
Game over (o quasi)
Esultano, come è giusto che sia, Jeff Landry, procuratore generale della Louisiana, e i sottoscrittori del ricorso. Che da anni provano a spiegare un concetto semplice: l’animalismo per divieti è inefficace. Mentre quello inserito in programmi più ampi che coordinano sfruttamento economico e conservazione di specie e habitat sono di successo. Come dimostra la stessa filiera della Louisiana. La sentenza fa seguito alla sospensione temporanea del bando californiano stabilita ancora in Tribunale nel 2020. E potrebbe rappresentare la parola fine a una querelle che va avanti da lustri. Il governo della California, riporta la stampa locale, potrebbe fare ancora ricorso, ma non è noto se abbia intenzione di farlo.
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