Inflazione e rischio recessione. Sono due espressioni alle quali, per ragioni di cronaca e di vita quotidiana, ci stiamo velocemente abituati. La prima si è scatenata a partire dalla pandemia e ha costretto dall’estate 2022 FED e BCE a ritoccare i tassi di interesse sul denaro. La seconda è l’approdo che le economie occidentali rischiano proprio in vista di una congiuntura fatta di post-Covid, guerra e politiche deflazionistiche. A guardare la rassegna stampa, la situazione non è ancora completamente sotto controllo.
Consigli di lettura:
- Per comprendere lo scenario, si parta da una “notizia choc” (usando un’espressione abusata): alla luce del secondo trimestre consecutivo con il PIL in area negativa, la Germania (la cosiddetta “locomotiva d’Europa”) è in recessione tecnica;
- A proposito del nesso tra inflazione e rischio recessione (perché i due fattori sono strettamente collegati tra loro) non rasserena la lettura dell’inchiesta del New York Times sul mercato statunitense delle quattro ruote. Qual è il problema? Malgrado molti si auspicassero che il tasso di crescita dei prezzi, in aumento dal 2020, potesse normalizzarsi insieme alla regolarizzazione delle attività della filiera, ciò non è successo;
- L’industria del lusso fin qui non ha subito il colpo di anni così difficili. La competizione si è polarizzata tra alcuni grandissimi vincitori e moltissime inseguitrici, ma il mercato nel suo complesso si è confermato in via di sviluppo. Financial Times, ora, però riporta di un certo nervosismo: la pressione, a quanto pare, si comincia a sentire anche ai più alti livelli.
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