Certo, l’invasione dell’Ucraina operata dalle forze armate russe ha avuto conseguenze dirette e indirette per tutte le imprese della filiera internazionale della pelle. Ma a trovarsi nella condizione di dover fare girare i bottali mentre intorno infuria la guerra sono solo le concerie ucraine. “Cosa facciamo quando suonano le sirene? Continuiamo a lavorare – ci raccontano da Vozko Group, azienda nell’oblast di Mykolaïv che a febbraio è stato scenario di combattimenti, mentre oggi è a distanza dal fronte, ma non dai bombardamenti -. Siamo fiduciosi che la nostra antiaerea intercetterà missili e droni nemici. Solo quando gli allarmi sono insistenti o si attiva il nostro sistema di sicurezza, sospendiamo le operazioni e ci ripariamo nel rifugio. Ma non capita spesso, per fortuna: l’ultima volta in primavera”.
Mentre intorno infuria la guerra
Raccogliamo la testimonianza di Vozko Group sul n. 10 – 2023 de La Conceria. Mensile che titola Mercato, perché la congiuntura è complessa per tutte le imprese della filiera della pelle: per le grandi e le piccole, da chi produce semilavorati ai brand. Figurarsi quanto sia critico lo scenario per chi non soffre solo dell’inflazione e della domanda tiepida, ma delle belligeranze: “Parlando con colleghi e clienti europei, notiamo una certa stanchezza per la guerra: non l’abbiamo voluta noi, ma ora non possiamo sottrarci. Il 27 ottobre celebriamo 45 anni di attività e non abbiamo intenzione di fermarci né ora né mai”.
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In foto A. Schevchenko nello stand di Vozko Group durante l’edizione 102 di Lineapelle
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