CNA Federmoda Toscana: il lavoro nero è responsabilità della filiera, committenti compresi. Lo sostiene Bruno Tommassini, presidente dell’associazione imprenditoriale, commentando i casi di abusivismo e caporalato emersi dalle cronache toscane (e non solo): “Non si può far ricadere solo su pseudo imprenditori cinesi o italiani senza scrupoli la responsabilità della rete di illegalità ”. A che cosa fa riferimento Tommassini? “Senza ipocrisie – spiega con un comunicato – va fatta chiarezza su chi utilizza questi laboratori, dando loro lavoro allo scopo di risparmiare sui costi e aumentare i profitti. I committenti sicuramente sanno che questa concorrenza si basa solo su evasione, elusione, mancata applicazione delle regole e sfruttamento al limite della schiavitù”.
I casi toscani/1
Le cronache dalla Toscana riportano due casi di abusivismo e sfruttamento del lavoro. A Montopoli in Val d’Arno gli inquirenti accusano una coppia di imprenditori calzaturieri di bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e caporalato. Come riporta il Cuoio in Diretta, i due cambiavano nome dell’azienda e titolari, ma vi conservavano macchinari, addetti e settore di specializzazione. Gli inquirenti hanno disposto, a capo di un’indagine iniziata nel 2017, anche il decreto di sequestro patrimoniale da 1,7 milioni di euro.
I casi toscani/2
A Prato, intanto, si è arrivati alla sentenza in primo grado per due imprenditori cinesi. Accusati di caporalato, i due (che hanno chiesto il rito abbreviato) sono condannati a tre e due anni di reclusione. La loro collaboratrice, unica assunta regolare, a sei mesi. Nel novembre 2018, riepiloga la Nazione, la coppia di imprenditori (i cui legali annunciano il ricorso) sono stati trovati a impiegare, con metodi ritenuti di sfruttamento dall’accusa, 21 connazionali.
“Il lavoro nero è responsabilità della filiera”
La filiera deve fare la propria parte, chiede Tommassini: “Se non si spezza questa catena responsabilizzando tutti gli anelli della fornitura – tuona – non si risolverà mai il problema”. Federmoda punta il dito direttamente su chi da questo sistema diffuso trae vantaggio. Per questo, il lavoro nero è responsabilità anche dei committenti.
Le tabelle del costo orario del lavoro
Secondo CNA Federmoda, gli strumenti per garantire la manifattura italiana sono il “rating di valore” e le nuove tabelle del costo orario del lavoro. “Le tabelle sono state redatte e condivise da CNA assieme alle altre associazioni imprenditoriali e sindacali del settore – recita il comunicato di Tommassini –. Le tabelle del costo del lavoro sono uno strumento che esprime la base su cui andare a formulare, insieme ad altri parametri economici, i valori nella contrattazione privata fra committente e subfornitore. Sono valori di riferimento suddivisi per livello di appartenenza. Evidenziando il costo medio orario del lavoro, fissano inequivocabilmente un parametro omogeneo a cui sommare i costi fissi e la giusta remunerazione dell’attività d’impresa”.
Foto da account YouTube de Il Cuoio in Diretta