La lotta alla contraffazione parte anche da te. È questo lo slogan della quinta edizione della Settimana Anticontraffazione di MISE che oggi ha messo sotto i riflettori (attraverso un webinar online) l’impegno delle associazioni di Confindustria Moda nel contrastare il dilagare del fake. A partire dalla pelle di UNIC – Concerie Italiane, passando per gli accessori di Assopellettieri, le scarpe di Assocalzaturifici e le pellicce di AIP. Tutti uniti in una lotta che, purtroppo, assume spesso e volentieri proporzioni titaniche.
Le associazioni di Confindustria Moda in prima linea
“Secondo i dati OCSE – si legge in un comunicato Confindustria Moda -, il valore del commercio mondiale di prodotti italiani contraffatti dei settori Tessile, Moda e Accessorio, ammonta a 5,2 miliardi di euro”. I danni sono ingenti: “Il mercato nero dei prodotti del fashion made in Italy è una piaga per l’economia italiana. Causa alle aziende manifatturiere italiane 1,3 miliardi di euro di danni per le mancate vendite”. Ma anche “1,4 miliardi ai consumatori per il costo da questi pagato ingiustamente nella convinzione di acquistare un prodotto autentico”. Un acquisto spesso inconsapevole e, quasi sempre, pericoloso. “L’intensificazione dei controlli è il modo migliore per limitare il problema – dice Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico -. Ma non basta”. Perché “quello della contraffazione è un problema culturale” che danneggia tutti. Senza dimenticare il “lato oscuro” dell’italian sounding, evidenziato dal ministro MISE come dal presidente AIP Roberto Scarpella.
Il messaggio della pelle
“Come UNIC – Concerie Italiane – ha spiegato in un contributo video il presidente Gianni Russo -, abbiamo lottato moltissimo e lottiamo continuamente per far rispettare protocolli molto rigidi, per l’utilizzo di prodotti non tossici, seguendo tutte le normative di riferimento”. E non solo. “Come UNIC abbiamo da anni messo a punto una collaborazione con le Dogane, che ci segnalano e ci danno la possibilità di analizzare l’autenticità dei marchi collettivi di nostra proprietà”. In altre parole, “Vero Cuoio e Vera Pelle. Questo lavoro assiduo e costante nei confronti della contraffazione ha fatto sì che, con il Decreto Legislativo 68/2020 che entra in vigore il 24 ottobre 2020, abbiamo ottenuto una grande soddisfazione. Quella di poter definire e difendere a livello legislativo e senza equivoci la parola “pelle”, contrastando utilizzi fuorvianti come ecopelle, che potevano dare adito ad interpretazioni faziose e, diciamo, poco chiare”. Abbiamo tutti bisogno di combattere la contraffazione e, a tale proposito, assume molta importanza il progetto educational del MISE per sensibilizzare le nuove generazioni. Detto ciò, credo che abbiamo bisogno di lavorare insieme: tutte le associazioni che fanno parte di Confidustria Moda. E vorrei anche ricordare che a Napoli, con il patrocinio di Confindustria Campania, è stato creato il Museo del Vero e del Falso che, con varie iniziative, ha coinvolto molte scuole, ottenendo buoni risultati in termini di sensibilizzazione rispetto a questa terribile problematica”.
La calzatura
Siro Badon, presidente Assocalzaturifici spiega che “il problema della contraffazione dei marchi, congiuntamente alla piaga del lavoro in nero rappresenta uno dei problemi che maggiormente affliggono il nostro settore produttivo. Questo fenomeno legato alla criminalità, specie in una congiuntura difficile come quella che stiamo vivendo, colpisce le nostre aziende generando un fatturato illegale”. Si tratta di “un mercato in perenne crescita che a livello globale è passato dai 338 miliardi del 2016 ai 460 del 2018, con un contraccolpo durissimo sul lavoro regolare che supporta meno addetti di quelli che stazionano nell’ombra. Noi come Assocalzaturifici siamo in prima linea per contrastare questo fenomeno. Chiediamo alle istituzioni di tutelare il made in Italy, asset determinante per il rilancio dell’economia del nostro Paese, attraverso azioni di valorizzazione delle nostre eccellenze e di prevenzione del fenomeno.”
La pelletteria
“Il tema della contraffazione – dice Franco Gabbrielli, presidente Assopellettieri – è estremamente sentito nel settore della pelletteria. Secondo i dati che abbiamo a disposizione, tra il 2013 e il 2017, in Europa, le borse e più in generale la pelletteria sono una fetta compresa tra il 5,7% e il 9,9% in valore sul totale dei sequestri nel comparto moda”. In Italia, “nel solo 2018 il numero di sequestri nel comparto accessori moda ha costituito il 34% del totale per un valore di 52 milioni di euro, ponendosi al primo posto come categoria merceologica”. “Crediamo – conclude Gabbrielli – sia necessario che le istituzioni continuino insieme a noi in questa battaglia”. Una guerra che deve essere fatta con maggiori controlli. Ma anche “attraverso attività di prevenzione affinché non si debba arrivare al sequestro, ma si riesca a bloccare il fenomeno prima del nascere”.
CLICCA QUI per vedere e ascoltare gli interventi di tutti i presidenti delle associazioni di Confindustria Moda trasmessi durante l’evento digitale “L’impatto della contraffazione sul settore moda: le esigenze del mondo delle imprese e la risposta delle istituzioni”
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