La pandemia aveva già compromesso i meccanismi delle filiere internazionali, con le sue chiusure a singhiozzo, i colli di bottiglia nella logistica e negli approvvigionamenti. Se la domanda è, come da titolo de La Conceria n. 12, “Che Cosa ci Siamo Persi” nel 2022, non possiamo che partire da questo: dalla globalizzazione per come la conoscevamo. La guerra mossa dalla Russia all’Ucraina è stata l’ultima spallata agli equilibri delle catene internazionali del valore. Sotto i colpi del reshoring e del nearshoring, stiamo dicendo addio alla “Filiera lunga”.
La Conceria n. 12
Nel numero in distribuzione presso gli abbonati de La Conceria proviamo a stilare il bilancio del 2022 della filiera della pelle. Il titolo, dicevamo, è: “Che Cosa ci Siamo Persi”. “La filiera lunga”, e quindi la globalizzazione per come la conoscevamo. Perché l’anno “decreta il tramonto definitivo di una fase storica in cui i Paesi industrializzati rendevano disponibili – come si legge – i beni richiesti dal mercato facendoli produrre o semplicemente comprandoli in ogni angolo del mondo”. Ma il ritorno “all’approvvigionamento locale” non sarà “indolore a causa dell’inevitabile aumento dei costi di produzione”.
Clicca qui per leggere la versione integrale dell’articolo “La Filiera Lunga”
Il mensile La Conceria è per abbonati: scopri le formule di sottoscrizione
Leggi anche: