Credito d’imposta, la moda al Governo: “Siamo a rischio collasso”

Credito d’imposta, la moda al Governo: “Siamo a rischio collasso”

“Appello al Governo: Made in Italy moda a rischio collasso”. Questo è il titolo della lettera aperta che Confindustria Accessori Moda e SMI-Sistema Moda Italia sta veicolando sui media. L’obiettivo è far conoscere la situazione ed esercitare pressione sul Governo affinché ponga rimedio alla questione irrisolta del credito d’imposta 2015-2019, a distanza di poche ore dalla scadenza del 31 ottobre.

Rischio collasso

Entro giovedì 31 ottobre, le aziende raggiunte dal processo verbale di constatazione, con cui il fisco contesta loro il credito di imposta utilizzato nel periodo 2015-2019, dovranno prendere una decisione. O fare ricorso e avviare la battaglia legale o pagare la somma indicata sullo stesso PVC. “Chiedere di pagare oggi è ingiusto e insostenibile: tante piccole e medie imprese, che costituiscono l’ossatura dell’industria italiana, rischiano la chiusura” scrivono le associazioni del settore.

 

 

La vicenda

Prima i nuovi campionari delle aziende si consideravano come ricerca e sviluppo, generando il credito di imposta. Poi dal 2022 la regola è cambiata per una risoluzione retroattiva dell’Agenzia delle Entrate. Motivo per il quale tutte le aziende che dal 2015 al 2019 hanno legittimamente utilizzato il credito di imposta generato dai nuovi campionari, scoprono ora di averlo fatto “indebitamente” secondo il Fisco. La questione non si è mai né sanata né definita completamente. Nonostante mesi di pressioni da parte di Confindustria Accessori Moda e delle associazioni di categoria, rivendicano le associazioni, per due volte il Governo ha teso la mano agli imprenditori per poi toglierla.

Le due finte

La prima volta il Governo ha istituito il ruolo dei certificatori che avrebbero dovuto certificare la bontà del credito, sulla base però di linee guida inutilizzabili per il settore moda. La seconda volta promettendo una soluzione di “saldo e stralcio” per evitare il contenzioso aziende-fisco. Soluzione che però poi non è stata accolta nella legge di bilancio. In compenso, è stato introdotto un contributo in conto capitale per le aziende che decideranno di pagare entro il 31 ottobre. A garanzia del contributo ci sarà un fondo i 190 milioni di euro, di futura approvazione, che non è solo dedicato alla moda ma a tutti i settori. “Confindustria Accessori Moda e Sistema Moda Italia proseguiranno nel supportare le aziende rappresentate affiancandole anche in questa complessa vicenda” si legge nel comunicato stampa congiunto. (mv)

In foto da Wikipedia Palazzo Chigi, sede del Governo italiano

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