I big della moda italiana mettono i propri stabilimenti a disposizione della campagna vaccinale. Lo fa Tod’s, lo fa Armani, lo anche Brunello Cucinelli per i suoi 1.172 addetti. L’imprenditore umbro, però, prende anche una posizione netta a proposito dei dipendenti che non si vaccinano. I renitenti, a suo dire, dovrebbero mettersi in aspettativa.
Che fare con i dipendenti che non si vaccinano?
“Spero davvero che non ci sia nessuno che non si vuole vaccinare – sono le parole di Cucinelli riprese da La Stampa –. Ma, se togliamo le mascherine tra un mese, con quale criterio possiamo lavorare? Una decisione bisogna tassativamente prenderla”. L’obbligo di sottoporsi all’inoculazione, intanto, non c’è. Ma l’imprenditore umanista sa che cosa dovrebbero fare gli addetti no vax: “Direi ai miei di prendersi l’aspettativa, perché chi mai vorrà lavorare al fianco di chi non è vaccinato?”.
I big in campo
Non c’è solo Cucinelli, dicevamo, tra gli imprenditori che collaborano alla campagna di vaccinazione. Nel distretto conciario di Solofra Confindustria Avellino ha collaborato con ASI per l’allestimento di un hub vaccinale. Allo stesso modo il gruppo Tod’s si è mobilitato per il territorio marchigiano. “Nel mio ruolo di imprenditore e di cittadino responsabile – commenta Giorgio Armani, fondatore dell’omonimo brand –, ho deciso di attivare la campagna vaccinale per i dipendenti del Gruppo. La tutela del loro benessere è per me una priorità e ho voluto dimostrarlo con i fatti, oltre che con le parole”.
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