“La filiera s’accartoccia: dal micro al macro, la crisi del lavoro”. È questo il titolo della nostra inchiesta, pubblicata sul numero di gennaio 2025 del mensile La Conceria, sulle tensioni nell’industria manifatturiera italiana. Già, perché agli inizi del rallentamento di mercato gli analisti avvertivano: “Attenti all’effetto frusta”. Al modo in cui, cioè, le mancate vendite a valle si sarebbero ripercosse in maniera via via più forte risalendo verso monte. Ora che lo scenario negativo è conclamato già da un pezzo, abbiamo capito sulla nostra pelle cosa intendessero dire.
Cronache dalla filiera
Ci sono alcune storie dal (parziale) lieto fine. Come quella di C. M. Cantini, che ritirato la prospettiva dei licenziamenti collettivi a favore di un anno di contratto di solidarietà. Perché il lieto fine sia totale, però, serve la ripresa del mercato: solo questa può mettere in sicurezza l’azienda e, quindi, le maestranze. La crisi, intanto, è trasversale e non lascia scampo a nessuno. Perché in agitazione non ci sono solo gli artigiani delle PMI, ma anche quelli delle imprese manifatturiere che fanno capo ai grandi brand del lusso come Gucci e Bally.
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