Deforestazione, Assopannelli tuona: “Rinviare di due anni l’EUDR”

Deforestazione, Assopannelli tuona: “Rinviare di due anni l’EUDR”

Rinviare di due anni l’EUDR. Lo chiede Assopannelli, che dunque si aggiunge alla schiera di quanti, tra associazioni (UNIC – Concerie Italiane) e governi (Stati Uniti in primis), vogliono il rinvio dell’applicazione del Regolamento Anti-Deforestazione, in programma per il 30 dicembre 2024. Non solo Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli, condivide il fine dell’EUDR, ma s’aspetta la riduzione degli adempimenti burocratici finora previsti.

“Rinviare di due anni l’EUDR”

La sostenibilità è stata il focus nelle assemblee annuali delle associazioni dell’industria italiana del legno. E nell’occhio del ciclone è finito il regolamento EUDR, che sta destando molta preoccupazione tra le imprese della filiera. In particolare, per gli oneri ricadenti sulle imprese stesse. Fantoni osserva: “La Cina ha già detto che non intende neanche prendere in considerazione il regolamento. Dagli USA è arrivata la richiesta di posticipare la sua entrata in vigore. A questo sommiamo il silenzio della UE alle richieste di chiarimento sulla mole di documentazione burocratica prevista”. Per il presidente di Assopannelli ci sono, dunque, tutte le condizioni “per rivedere le norme e definire una nuova tempistica”. Fantoni chiede anche un radicale sfoltimento di adempimenti, a suo dire impossibili da rispettare. Lo fa con un esempio riportato da Nord Est Economia: “I produttori di pannelli truciolare contano circa 20 famiglie di prodotto. Per cui, se la certificazione investe la famiglia è un conto, ma se dovesse interessare ogni singolo prodotto, allora il carico burocratico e di costi, sarebbe insostenibile”.

 

Il problema non è il fine

Lo stesso Fantoni condivide il fine del regolamento. Afferma che la tracciabilità della materia prima è un aspetto cruciale, propedeutico ad un uso del legno più etico e rispettoso. La posizione di Assopannelli non è poi così diversa da quella di altre associazioni, come UNIC: regolamento condivisibile negli obiettivi ma di difficile, se non impossibile, attuazione. Senza sottovalutare i costi di adeguamento che porterebbero le imprese europee fuori mercato, rispetto alla concorrenza delle aziende di altri continenti, Asia in primis. (mv)

Foto d’archivio

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