Con il rito di insediamento del prossimo gennaio inizia ufficialmente il quadriennio di Donald Trump alla Casa Bianca. Il secondo per il tycoon, che è già stato presidente degli Stati Uniti d’America tra il 2017 e il 2021. Dalla prospettiva dell’industria della moda, si annuncia una stagione di “Dazi Amari”. Perché Trump pare assolutamente intenzionato a riprendere da dove aveva lasciato: guerre commerciali per ottenere dagli interlocutori (Cina in primis, ma anche UE) ciò che pretende.
Il contesto è cambiato
A differenza della prima presidenza di Trump, quando le “trade war” turbarono una stagione che era comunque di sviluppo, oggi il fashion system si trova sull’orlo della guerra commerciale quando già è in crisi. Per la contrazione della domanda, per gli effetti di anni di inflazione e per, non dimentichiamolo, le guerre che si combattono in Europa e vicino Oriente. Dalle pagine del numero di dicembre del mensile La Conceria, dunque, proviamo a tratteggiare lo scenario che ci attende nel 2025-2029 con osservatori (come Alberto Mingardi, DG dell’Istituto Bruno Leoni) e imprenditori. Non solo scenari geopolitici. Parliamo anche della crisi del lavoro in Toscana, del pasticcio del credito d’Imposta e della crisi dell’automotive.
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