Le sanzioni comunitarie alla Russia hanno influenzato le attività delle imprese della moda italiana: i dati dell’export 2022 di Assocalzaturifici e Assopellettieri lo dimostrano. Ma le stesse sanzioni rappresentano anche un effetto boomerang. Perché il mercato moscovita del lusso si è distorto, non si è fermato. Ne parliamo sul numero mensile 4 – 2023 de La Conceria, che (non a caso) si chiama “Sanzioni”.
L’effetto boomerang
Le sanzioni vietano l’export in Russia di beni dal prezzo superiore ai 300 euro, mentre bloccano i pagamenti internazionali. Abbastanza per impedire le attività di molte aziende. Ma “per i consumatori russi non è stato particolarmente difficile trovare il modo di continuare ad acquistare prodotti di lusso”, si legge su La Conceria n. 4. Qualche esempio? Mentre il Cremlino ha di fatto legalizzato le importazioni parallele, a Mosca si sono attivati daigou sul modello cinese. Cioè privati che si prestano al servizio di comprare all’estero prodotti d’alta gamma da rivendere in Russia. Mentre i dati sul commercio internazionali denunciano evidenti triangolazioni con Turchia, Emirati Arabi e Kazakistan.
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