Possiamo, tristemente, definirlo “un furto a regola d’arte”. È quello subito dalla griffe Campomaggi-Caterina Lucchi nello stabilimento di San Carlo a Cesena. Prelevate oltre 300 borse griffate del marchio che si divide tra la Romagna e Milano. Particolare, nella sua creatività criminale, la modalità di esecuzione. I ladri, con un’ascia, hanno cercato di mettere fuori uso l’allarme. Una volta che questo ha suonato, non sono fuggiti, ma si sono nascosti all’esterno dell’azienda, incollando all’ingresso della stessa il ticket di passaggio della vigilanza. In tal modo risultava che nulla fosse successo nel luogo, trattandosi di un falso allarme. Ciò ha consentito ai malviventi di entrare di nuovo e, per tre ore, razziare quanto di meglio era presente nello stabilimento di 11.000 metri quadri in fatto di borse e pellame. “Hanno messo a soqquadro tutta l’azienda – ha detto Caterina Lucchi al Resto del Carlino –: dai magazzini agli uffici, dall’outlet alla produzione. Hanno controllato i prezzi delle borse e hanno preso le più costose. Dalle telecamere è emerso che erano tutti col passamontagna e con gambaletti sino al ginocchio”. Pochi dubbi che si tratti di “professionisti del mestiere”. (ff)
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