L’accusa di insider trading è stata formalizzata: i fratelli Joesley e Wesley Batista, secondo gli investigatori brasiliani, hanno tratto benefici per oltre 40 milioni di dollari vendendo azioni del gruppo JBS prima che la notizia della loro collaborazione con le autorità (maggio 2017) divenisse di dominio pubblico. I due fratelli, che tramite il fondo J&F controllano l’holding della carne, avrebbero giocato d’anticipo per evitare che la svalutazione del titolo in Borsa danneggiasse le loro finanze. È (l’ennesimo) riverbero dell’indagine Lava Jato, il caso di corruzione che riguarda i più alti livelli della politica brasiliana. L’accusa di insider trading segue a pochi giorni di distanza la notizia che la Giustizia del Paese sudamericano ha bloccato fondi per circa 193 milioni di dollari alla multinazionale della carne per rimborsare lo stato del Mato Grosso do Sul, che negli anni ha sostenuto l’espansione la famiglia Batista, e che ora vede la sua intera filiera zootecnica a rischio a causa delle difficoltà della stessa JBS.
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