Pesano le questioni valutarie: la quotazione del real brasiliano ha sofferto le oscillazioni del dollaro. Incide più di tutto l’inappetenza della manifattura cinese, primo acquirente della pelle made in Rio. Sta di fatto che i dati sul fatturato estero della concia brasiliana a gennaio 2017, a confronto con lo stesso mese del 2016, sono negativi: secondo il Dipartimento per il Commercio Estero di Brazilia, l’export è valso complessivi 150,6 milioni di dollari (circa 142,7 milioni di euro), in calo dell’1,2% su base annua. Secondo l’associazione nazionale della concia (CICB), la superficie esportata è di 14,7 milioni di metri quadri, in flessione del 4,2%. “Colpa” della Cina, si diceva, che insieme a Hong Kong ha comprato il 24,8% in meno di pelle. Ma anche di Germania e Tailandia (-22%) e di Sud Corea e Indonesia (-47,3%). A compensare le perdite su questi fronti ci pensano gli acquisti italiani, il secondo mercato per la pelle brasiliana, schizzati su del 17,8%, e di USA (+125,8%) e Vietnam (+41,9%).
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