Il made in Italy tira un sospiro di sollievo. Gli Stati Uniti hanno annullato la decisione di applicare il dazio aggiuntivo del 25% sul valore dichiarato all’import di scarpe e borse (oltre abbigliamento e occhiali) provenienti dall’Italia. Il provvedimento era una ritorsione contro i Paesi (tra cui Italia, Gran Bretagna, Spagna e Francia) colpevoli di aver applicato la cosiddetta “digital tax” contro i colossi USA del web. Digital tax che, per effetto del nuovo accordo, sparirà nel 2023.
La pace commerciale
Gli Stati Uniti hanno deciso di rimuovere le sanzioni commerciali che avevano imposto (ma mai applicato) nei confronti di Italia, Gran Bretagna, Spagna, Austria e Francia. A loro volta, questi Paesi hanno ritirato la digital tax che colpiva corporation come Google e Facebook. Le sanzioni commerciali statunitensi erano state sospese dal presidente Joe Biden proprio per favorire un accordo. Che è arrivato sulla scia di quello più ampio siglato in seno all’OCSE e riguardante la global minimum tax per le multinazionali.
I settori minacciati
I settori italiano minacciati dalla eventuale nuova sanzione erano abbigliamento, calzature, occhialeria e borse. L’export italiano verso gli States avrebbe subito un duro colpo, perché i prodotti sarebbero stati sottoposti ad un dazio aggiuntivo del 25%. Nel giugno scorso l’USTR (United States Trade Representative) aveva confermato la decisione di imporre dazi, ma l’aveva sospesa per 6 mesi. Ora è stata definitivamente rimossa. Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano l’accordo “rappresenta una soluzione pragmatica”.
Il commento di Assocalzaturifici
“Accordi internazionali che favoriscono il libero scambio sono fondamentali per le aziende creative italiane – commenta Siro Badon (Assocalzaturifici) –. Queste aziende molto spesso vengono indirettamente inserite nelle grandi battaglie commerciali. Perché? I nostri prodotti sono talmente rappresentativi del nostro Paese da essere usati come merce di scambio per finanza e fintech”. (mv)
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