L’inflazione è dalla fine del 2020 il tarlo dell’economica globale e della filiera della pelle. A poco meno di quattro anni dallo choc pandemico e a oltre uno dalla stagione rialzista varata da FED e BCE, i costi crescono ancora. E continueranno a farlo, a quanto pare, perché l’attacco di Hamas in territorio israeliano e la conseguente recrudescenza della guerra hanno avuto immediato impatto sui mercati energetici: il petrolio ha segnato il +3% e il gas il +50%. Ma non c’è solo questo a crucciare gli operatori del fashion system: il Mercato rivela più di un problema, ve ne parliamo sul mensile La Conceria n. 10 – 2023.
I costi crescono
Per concerie e imprese della pelle i problemi sono due: i costi rimangono un problema, dicevamo, ma di converso dalla domanda non arrivano segnali distensivi. Anzi. L’ultima trimestrale di LVMH è da più parti interpretata come un punto di svolta complessivo: anche il lusso, quello anticiclico che è cresciuto mentre tutti gli altri arretravano, è destinato a rallentare. Mentre il flop di Birkenstock in Borsa, che dopo l’IPO al -11% ha chiuso il secondo giorno di quotazione al -4%, lascia intendere che i mercati non sono più interessati a investire in ottimi prodotti enfatizzati da sagaci strategie di marketing e posizionamento. Il trend dalla finanza si riflette sulla manifattura e in Toscana si vedono le prime avvisaglie. Di questo e altro parliamo su La Conceria n. 10.
Clicca qui per sfogliare il sommario
Il mensile La Conceria è per abbonati: scopri le formule di sottoscrizione
Foto da Shutterstock
Leggi anche: