Con procedura d’urgenza il Consiglio dei Ministri ha dato il primo ok al DDL Made in Italy. Il testo si compone di 50 articoli e prevede quanto già noto dalle bozze circolate nelle scorse settimane. Trova conferma, innanzitutto, l’indiscrezione della dotazione pari a un miliardo. Si aggiungono, poi, nuove finalità, come il bollino per la pasta di qualità. Dal Governo dichiarano anche l’intenzione di istituire un nuovo fondo a sostegno delle PMI della moda.
Ok al DDL Made in Italy
I fondamentali e le finalità del DDL sono ormai noti. Il Governo vuole un’infrastruttura che tuteli le filiere strategiche (moda, food, fiere, arredo, nautica e altro) e che sia in grado di sostenerle nella crescita e nell’approvvigionamento delle materie prime. Pilastro della strategia sarà il Fondo Sovrano, autorizzato tramite il supporto di CDP a investire in vario modo nel capitale delle imprese. L’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni (nella foto) pone per l’anno scolastico 2024-25 la partenza del cosiddetto liceo del made in Italy. Che sarà utile “per creare gli imprenditori del domani”, chiosa il Messaggero. Anche se non è proprio questo il fabbisogno formativo lamentato dal tessuto manifatturiero italiano. Non si sente la mancanza di imprenditori o manager, ma di artigiani e operai specializzati.
Le intenzioni di Borgonzoni
Il governo non pare intenzionato a fermarsi qui. Il sottosegretario al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni con MFF annuncia nuove iniziative. Tra queste un fondo (sul modello di quello già esistente per il cinema) a favore delle imprese della moda “Dal PNRR siamo riusciti a ottenere 155 milioni – dice –, ai quali potranno accedere creativi e imprese di moda anche piccole e piccolissime”.
Leggi anche: