“Le troppe facce di una spirale”. Su La Conceria n.10 vi proponiamo il foto-racconto della bomba a grappolo che dal 2020 ha sconvolto le pratiche e le consuetudini dell’industria della moda (e non solo). Già, perché si è passati da un’emergenza a un’altra: o meglio, le emergenze si sono accavallate. Al biennio della pandemia, con i lockdown e gli strascichi sui meccanismi della globalizzazione, ha fatto seguito l’invasione russa dell’Ucraina, campagna militare che da febbraio 2022 ha mandato in tilt i mercati (non solo finanziari). L’ultimo capitolo è la crisi energetica che mette la filiera sotto pressione, facendo schizzare tutti i costi operativi. Fino all’estrema ratio, quella riassunta dal titolo del nostro mensile: “Venderemo cara la pelle”.
Il foto-racconto
“Per fissare nella memoria i principali turning point di questa spirale – si legge su La Conceria n. 10 –, siamo andati in cerca delle immagini che potessero rappresentarli. Potevano essere 500: ne abbiamo scelte cinque (più una)”. Non troverete solo questo. Abbiamo affrontato il tema dei costi con le concerie e con i fornitori di macchinari e tecnologie. Così come con calzaturifici e pelletterie, dal momento che il problema è trasversale ai player della filiera. E con chi, Francesco Morace di Future Concept Lab, ci potesse aiutare a inquadrare la sfida della congiuntura nella più ampia cornice degli obiettivi che il made in Italy deve porsi nel medio e lungo termine.
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